lunedì 20 dicembre 2010

Anticipazione: AMORI POLARI

Non ho mai considerato la teatralità un metro per il dolore.
Non mi commuovono gli addii, e non verso più aride lacrime.
Mi affascinano invece i meccanismi e le degenerazioni sottostanti, per questo ho sempre amato le partenze solitarie.

Marta scrive lettere al suo cuore e a quello di Andrea, e le alterna al racconto della sua vita, del loro Amore, della sua terra, alla quale rimane indissolubilmente unita e fedele.
Amanti e clandestini, non possono lasciare tracce dei loro incontri, e assorbono l’una parole e pensieri dell’altro, rubando attimi dalle loro esistenze in altri luoghi, con altri cuori.

“Da un lato invidiavo le scatole d’amore piene di lettere, cartoline, biglietti che accompagnavano mazzi di fiori, post-it lasciati sulle porte trovate chiuse.
Invidiavo quella sensazione di smarrimento che dà rituffarsi in quelle dichiarazioni, l’orgoglio di avere tante pagine imbevute di sentimento da leggere in qualunque momento.
Avevo riposto mille lettere d’amore nella scatola del mio cuore, potevo sfogliare mille lettere in qualunque angolo del mondo io mi trovassi.
Mille volte potevo leggerle e interpretarle, tenendo tra le mani la mia memoria gremita.”

Prima di scendere, pensai di chiedere asilo politico per il mio cuore confuso e strapazzato, ma decisi di scrivere le ultime note della mia canzone d’amore sul pentagramma della mia terra.

sabato 13 novembre 2010

RECENSIONE di Lucia Grassiccia

Quando leggere si fa breve, semplice, dolce.

Dopo Figlio del Dio dalle braccia larghe, Matteo Pugliares pubblica il suo ultimo romanzo nel febbraio 2010, Mozart era il mio preferito (ed. Tabula Fati).

Una storia mesta, che ricorda tutti i malumori dell’adolescenza. Quando il mondo somiglia al luogo più solitario, quando le piccole gioie sono il risultato di una lunga e sofferta attesa.

La storia di Rosaria, di suo fratello Fabio, dei loro genitori sui quali le vicende scivolano inosservate, del gatto Pancrazio che si lascia coccolare sul letto, potrebbe essere quella di tante altre palermitane diciottenni. Il forte bisogno di sostegno, una felicità troppo dura a trovarsi, e allora c’è la musica a compensare lo spazio rimasto vuoto. Mozart, con le sue sinfonie, diventa il solo conforto per Rosaria, che “sentiva il peso della fragilità del suo corpo”.

La narrazione si alterna tra un tempo cronologicamente precedente, raccontato in terza persona, che ci svela il cuore degli eventi, e delle incursioni più brevi in prima persona, dove è proprio la protagonista a parlare. Ciascuno dei suoi monologhi si conclude con “Mozart era il mio preferito, amavo tutto di lui”. La musica, cuscino sul quale adagiare il corpo e la mente; compagna inseparabile e presente.

Non sempre il lieto fine fa parte della vita, ma anche un non-lieto fine può presentarsi amaro a varie gradazioni. Molte volte, se la felicità è stata raggiunta, per quanto breve resta un ottimo modo per concludere. Il tempo è così malleabile, così dipendente dalla maniera in cui lo percepiamo, da non potervi fare affidamento. Perciò occorre affidarsi a qualcosa di più solido, alle nostre certezze, alle nostre ricerche più sentite. Può darsi che la sola strada per non perdere tempo sia ricordare che non esiste.

Lucia Grassiccia

http://www.ondaiblea.it/2010111328173/Recensioni/Libri-Riviste-Web/mozart-era-il-mio-preferito-un-libro-di-matteo-pugliares.html

venerdì 22 ottobre 2010

RECENSIONE di Renzo Montagnoli

Un piccolo gioiello

“Mozart era il mio preferito: amavo tutto di lui.” Questa frase, tambureggiante come Il bolero di Ravel, è ripetuta più volte nelle riflessioni sorte dal subconscio della protagonista, Rosaria, una ragazza che soffre del male di vivere, che rifiuta un mondo di indifferenze e di ingiustizie e che, rifiutando il cibo, si ammala di anoressia.
E’ lei che racconta, coricata in un letto d’ospedale, mantenuta in vita da macchine e da farmaci.
E’ un quadro di una pur breve esistenza in cui tuttavia sono riassunti tutti quegli aspetti di una società ormai cronicamente amorale e che distrugge, ancor prima di costruire.
La storia è dolente, ma la mano dell’autore è felice nel descrivere situazioni, sensazioni, poche fugaci emozioni.
La musica, quella di Mozart soprattutto, oltre che essere di conforto, aiuta Rosaria a evadere, a salire in un mondo che promette quello che lei si attende.
Se frequenti scorrono le sue lacrime, la commozione può investire il lettore, ma non condizionarlo mai, non portarlo a uno stato di depressione emotiva proprio come quello della protagonista.
La sensibilità di Pugliares ha permesso di affrontare questa vicenda senza mai pervenire a eccessi e se la storia, come suppongo, sostanzialmente risponde a verità, non è di quelle che vengono prese a pretesto per narrazioni di carattere commerciale così purtroppo frequenti.
L’autore, nel disegnare un personaggio, si pone in effetti il problema di un’esistenza vuota, piatta, senza amore e proprio nell’amore trova una soluzione, senz’altro condivisibile, un amore punto di partenza per accettare questo mondo e cercare anche di migliorarlo.
L’anoressia verrà così vinta, Rosaria conoscerà questo sentimento capace di rigenerare, di far sbocciare il desiderio di vivere, ma la storia non avrà un lieto fine, per gli imperscrutabili disegni del destino.
Un passaggio definitivo a quell’oltre, accompagnato ancora una volta dalle note di Mozart, perché era il suo preferito, chiude il racconto, e solo allora il lettore comprenderà il valore di questo libro, poche pagine intense, scritte benissimo, un autentico gioiello forgiato dalle mani e dall’anima di Matteo Pugliares.

Renzo Montagnoli

http://www.arteinsieme.net/renzo/index.php?m=31&det=7348

venerdì 2 luglio 2010

Recensione di Alessia Mocci e intervista a Matteo Pugliares


A link sottostante potrete leggere la recensione-intervista a cura di Alessia Mocci apparsa sul blog "MondoRaro BlogZine"
LEGGI L'INTERVISTA

Matteo Pugliares
MOZART ERA IL MIO PREFERITO
Presentazione di Stefania Ciacci
Edizioni Tabula fati
[ISBN-978-88-7475-189-1]
Pagg. 80 - € 6,00

pagina sul sito dell'editore

venerdì 18 giugno 2010

Recensione di Lucia Guglielmini


E' successo di nuovo che grazie alla mano di uno scrittore a me nuovo, per quanto già caro tra gli affetti del cuore, con la sua penna ora timida, ora audace a tratti esotica e di una semplicità mai banale, le intime corde del mio cuore abbiano vibrato. È stato un processo spontaneo partito sin da subito con l’alternanza tra la voce onniscente del narratore e la cadenzata riflessione intima della protagonista sulla quale si potrebbero aprire ampi scorci di dibattito per il suo essere creatura “intangibile”, “fiabesca”, dissonante col mondo odierno, quasi fosse strappata da un’era oramai lontana cinta di rieccheggi mozartiani. Lo stesso nome della protagonista, Rosaria, in netto contarsto con quello del fratello Fabio cela il ricordo di tempi ormai lontani…
E poi c’è il salto all’epoca odierna accompagnato dalla descrizione di uno dei mali che affliggono la società contemporanea e che attanaglia anche Rosaria: la depressione nella sua manifestazione bulimica del volersi annientare. Il tutto tra le righe di una scrittura lineare, mai contorta e puntinata da spunti colti, fino ad arrivare alla risalita della nostra eroina verso la vita grazie all’affetto paziente di un fratello che si fa ponte verso la rinascita e l’accettazione di un nuovo amore che si insinua in punta di piedi nel cuore di Rosaria e che con fare pulito la conduce ad una rinnovata primavera dei sensi.
Ma, ahimè, dove nonostante un personalissimo male al cuore, ho apprezzato ancora una volta l’asciuttezza di un paragrafo scritto senza l’ausilio di toni smorzati, senza alcun rallentamento del ritmo narrativo, nessuna descrizione pietistica o celate contorsioni sentimentalistiche. Solo uno sguardo turbato ma sempre limpido su un lutto di un amore che forse per dispetto al fatto di essere maturato troppo in fretta, di colpo ha cessato di esistere.
(Lucia Guglielmini)

Matteo Pugliares
MOZART ERA IL MIO PREFERITO
Presentazione di Stefania Ciacci
Edizioni Tabula fati
[ISBN-978-88-7475-189-1]
Pagg. 80 - € 6,00

pagina sul sito dell'editore

giovedì 15 aprile 2010

Recensione di Valentina Gaglione


Ho letto "Mozart era il mio preferito".
Una bocciolo di rosa, in cui petali sono ancora schiusi nella
prima parte, e che poi si aprono per spiegarsi nella seconda, che scava e scava giungendo al cuore. Offri così una lettura incalzante, uno scorrere fluido che prevale pur trattando argomentazioni di elevato coinvolgimento emotivo.
L'adolescenza, l'incomprensione, la società umana struprata dal consumo, l'incomunicabilità, l'anoresia, la religione, la musica, l'arte, la morte e nello stesso tempo il desiderio sconfinato di urlare che bisogna vivere, e che non sarebbe così difficile riuscirci se solo ascoltassimo di più
Eccelsa la cura che dedichi alla descrizione della musica, che sempre in meno ascoltano.... Mostra tutto
Mi piace come parli degli adolescenti, dei loro problemi, dell'incapacità adulta di venirgli incontro con gesti naturali e spontanei.
A tratti mi sono rivista in rosaria, ed è stato un ripercorrere ferite e resurezioni.
Sono certa che nel tuo libro ogni lettore può ritrovare una parte di sè, nel bene e nel male, che lo condurrà ad una riflessione.
E direi che è un ottimo risultato! :)
Valentina Gaglione

Matteo Pugliares
MOZART ERA IL MIO PREFERITO
Presentazione di Stefania Ciacci
Edizioni Tabula fati
[ISBN-978-88-7475-189-1]
Pagg. 80 - € 6,00

pagina sul sito dell'editore